Quanto può durare un’odissea?
Per anni e anni, gli uomini hanno cercato di dare una spiegazione scientifica alla sfiga, senza successo. Alcuni continuano a negarne l’esistenza, altri vivono nell’ansia di trovarla dietro l’angolo. In ogni caso sono curiosa di sapere quale sia la vostra filosofia a riguardo, ma solo dopo aver letto la nostra avventura sull’isola di Corfu.

Nella calda estate del 2016, quattro bellezze acquistavano ufficialmente i loro biglietti per un viaggio tra donne fuori dai confini italiani. Primo viaggio all’estero tra sole amiche. Potete immaginare il mio entusiasmo. Già all’epoca mi divertivo ad organizzare viaggi, motivo per cui mi sono occupata personalmente dell’acquisto dei biglietti e ho comunicato alle mie amiche il giorno e luogo di partenza. Viaggiavamo leggere, solo col bagaglio a mano. Col check-in online, che senso aveva andare all’aeroporto 80 ore prima della partenza se si poteva benissimo presentarsi con solo un’ora di anticipo??Beh, ci sta.. se non fosse per il fatto che una volta arrivati a Ciampino, abbiamo realizzato con amarezza che il nostro volo partiva da Fiumicino. #tuttobene.
(Mi sono subita gli insulti di tutte le famiglie, quindi abbiate pietà di me).
Nonostante tutto, arriviamo in tempo (ai limiti della sospensione della patente), ci imbarchiamo e ci godiamo il nostro volo verso la magica Corfu.
Travel suggestion: Abbiamo alloggiato presso Villa Toula, è un piccolo appartamento in zona Dassia, esattamente 10 min a piedi dal centro di Ipsos. Appartamento semplice, carino e immerso nel verde.
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Giorno 1
Nonostante avessimo scelto l’ultima settimana di luglio per il nostro viaggio, secondo il meteo andavamo incontro ad alcune giornate di pioggia e raffiche di vento.
Di certo non è una scusa abbastanza valida per rimanere a casa, e quindi ne approffitiamo per visitare la capitale, Kerkyra.
Città adorabile, diversa dalle altre del mar Ionico. Grazie al tocco italiano e francese, ci si sente a casa. Per non parlare del piccolo centro storico, ricco di negozietti e locali che vendono saponi e altre lavorazioni artigianali.
Tip1: consiglio di perdervi nelle strade del centro storico, passeggiare vicino alla Fortezza e fare un salto al monastero di Vlacherna. Non solo è una chiesa unica nel suo stile, ma la trovate galleggiante sul mare nei pressi della pista di atterraggio dell’aeroporto centrale. In caso qualcuno volesse vederne uno atterrare a pochi metri.

Tip2: per andare nella capitale abbiamo affittato due motorini cosi da avere maggiore libertà di movimento e i prezzi ci sono sembrati ragionevoli anche per coloro che viaggiano con un budget relativamente basso. Tenete solo in conto che le strade possono essere a volte pericolose, sia per la ripidezza e presenza di curve, così come anche per la presenza di olio sull’asfalto.
Super tip: con un piccolo supplemento potete affittare il Quad. Più stabile e più sicuro. Ne vale la pena. FIDATEVI DI NOI.
Una volta tornate a casa, doccia, cena e si va a conquistare Ipsos di notte. Il cuore di questa piccola città è il suo lungomare, formato da una schiera di locali tra cui ristoranti, bar e discoteche. I prezzi per i drink sono stracciati e si trovano attività per tutti i gusti.
Tip: Un locale altamente consigliato è Olea. Da fuori appare come un posticino esotico e lo è, per i suoi cocktail a regola d’arte, l’atmosfera e la musica reggaeton.
Curiosità: il nord-est dell’isola è frequentato principalmente dagli italiani mentre il sud dagli inglesi e dai tedeschi. Così, giusto per sapere dove andare per trovare/evitare i propri compaesani.
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Giorno 2
Superato la giornata di vento, uragano, quelchessssssia, inizia finalmente il nostro tour delle spiaggie più belle di Corfù. E qui iniziano anche le storie più memorabili.
Bikini messo, crema pronta, materassino acquistato. Si va. Ci dirigiamo verso nord, verso Barbati. Scogliere, sole che picchia, acqua cristallina. Il mare più bello che io abbia mai visto e tanta voglia di tuffarsi dentro.

Come ho già scritto prima, Corfù si trova su colli, colline, collinette, e a volte per raggiungere la spiaggia, nel nostro caso quella di Bahia Mare, bisogna scendere lungo delle strade moooolto ripide. Per quanto si possa fare attenzione, è facile farsi male e Marika ne è la prova vivente. Ha perso il controllo del motorino ed è scesa letteralmente rotolando. Risultato? Abrasioni lungo tutto un lato del motorino e grave distorsione alla caviglia per Marika.
Non capendo ancora la gravità della situazione, non ci perdiamo d’animo. Affittiamo le sdraie ad una cifra modica e finalmente ci tuffiamo nell’acqua azzurra e cristallina. F F F F R E D I S S I M A. Ed è li che mi si sfata tutto il mito del caldo mare caraibico e maldiviano nel centro del mediterraneo.
Scherzi a parte, Bahia Mare è un posto meraviglioso non solo per lo stabilimento e per il paesaggio circostante fatto di sabbia bianca ed un mare che si confonde con il cielo, ma anche per il servizio che offre (hanno aiutato la nostra povera pupa tutta sbucciata).
Tip: per chi non teme acque fredde e profonde, Corfù offre tantissime attività acquatiche, tra cui sci nautico, canottaggio e banana.
La cosa più importante da fare in vacanza, è fare amicizia con le persone del posto e chiedere loro suggerimenti riguardo ai migliori posti da visitare. Ed è proprio cosi che abbiamo scoperto l’Edem Beach Club dove passare la nostra seconda serata greca. Situato a Dassia, la strada per raggiungerlo non è esattamente tra le più luminose e popolate, ma ne stravale la pena. Ambiente esotico con terrazza sul mare, diverse sale relax, ottimi cocktail e varie serate con dj live.
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Giorno 3

Con un autista fuori gioco, non mi resta che guidare il motorino. Patente si, esperienza col motorino meno di zero. Yuppi! Ma di stare a casa non se ne parla proprio. E poi la prossima meta era Paleokastritsa. Una meta che si trova sulla mia lista già da taaaanto tempo.
Dopo mezz?ora di guida arriviamo nella zona e ci mettiamo a ricercare la famosa Grotta Beach. Senza successo. Arresi all?idea, ci fermiamo alla prima spiaggia meno affollata e dopo un pranzetto veloce, ci buttiamo in spiaggia.
Vabbè, siamo d’altra parte dell’isola, tocchiamo l’acqua, magari è più calda..
Come non detto. Acqua G E L I D A. Persone in acqua? 10 max. Decisamente i più coraggiosi.
Ma gli obiettivi della giornata non finiscono qui. Dobbiamo ancora trovare Paradise Beach. E, perché accontentarsi del classico tour con mille persone a bordo per visitare le grotte se possiamo fare le VIP con la barchetta tutta per noi? Infatti decidiamo di noleggiarne una per 60 minuti e goderci spiagge incontaminate, le onde, il vento (l’unica salvezza con il caldo a 40 gradi e l’acqua sotto i 10). Ascoltiamo attentamente tutte le indicazioni e precauzioni e finalmente ci mettiamo in mare.
Paradise beach è una spiaggia raggiungibile solo via mare, circondata da alte scogliere, grotte e sabbia bianchissima. Purtroppo non siamo riusciti a scendere a riva perché non potevamo parcheggiare il nostro bolide troppo vicino alla spiaggia, almeno non a meno di 10 metri di profondità dal fondale. Ma andava bene così. Ci bastava godere della vista del promontorio e prendere un po’ di sole.
Prima di partire ci hanno ripetuto più volte le regole regole da tenere a mente quando si butta giù l’ancora, fondale verde chiaro uguale sabbia, fondale scuro uguale sassi. Nonostante abbiamo seguito perfettamente le regole, buttando l’ancora nella più grande distesa di sabbia che avevamo sotto di noi, la magia nera e le macumbe di qualcuno hanno fatto in modo che l’ancora rimanesse incastrata tra le rocce. Inutile dire che il tentativo del bagnino della spiaggia di liberarla è stato fallimentare. Buttarsi a 10 metri di profondità nelle acque quasi artiche era fuori discussione, quindi cosa ci rimane da fare quando il nostro noleggio è quasi agli sgoccioli? Chiamare i soccorsi.
Siamo rimasti 20 minuti ad aspettare il salvataggio. Una volta liberata l’ancora grazie all’aiuto?di bellissimi Dei greci (non è vero, non era bellissimi), ci rimettiamo in mare per tornare verso la spiaggia dove avevamo affittato la nostra adorabile barchetta. Se all’andata abbiamo impiegato 20 minuti a raggiungere Paradise Beach, al ritorno ce ne sono voluti 40 perché ovviamente non potevamo tornare a casa senza la compagnia della Tramontana.
Vi immaginerete un venticello marino che semplicemente ci remava contro, ma vi possiamo assicurare che si è trattato del giorno in cui pensavamo di morire in mare. Vedere la barca infrangersi contro le onde e l’acqua entrare nel nostro umile mezzo di trasposto ci ha fatto perdere almeno 10 anni di vita soprattutto perché dovete pensare a 4 giovani donzelle, in mezzo al mare, e nessuna esperienza alle spalle. Vi lascio immaginare la nostra reazione quando abbiamo toccato terra. Incredibile. Potevamo quasi baciare la sabbia. E non sto scherzando.
A seguito di questa esperienza, la cosa più divertente che è successa la sera era il nostro tentativo di rimettere a posto la fiancata del motorino rovinata il giorno prima con della carta vetrata. Commentate voi!
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Giorno 4

Ultima giornata di avventura a Corfu. Prossima destinazione? Sidari e Canal D?amour. Per raggiungere Sidari avremo dovuto impiegare all’incirca 40 minuti, ma vi pare che la sfiga ci abbandona l’ultimo giorno? Eh no. Nel mezzo del cammin di nostra vita, su una salita di un colle abbandonato dalla civiltà, il fantastico motorino, rimasto ferito dall’incidente del primo giorno, decide di smettere di funzionare. Dopo vari tentativi di capire dove sia il problema, (le donne e l’intraprendenza), realizziamo che l’unica soluzione è chiamare (di nuovo) i soccorsi. Sarebbe stato anche facile, se non ci trovassimo in mezzo al nulla con il segnale quasi assente. Ci ha salvato un ristorantino lì vicino che nonostante delle prime complicazioni comunicative e linguistiche, ci ha permesso di usare il telefono per chiamare l’SOS.
Mi domando ancora se abbiamo passato più tempo sull’isola a risolvere situazioni inverosimili oppure a prendere il sole in spiaggia. Ma non importa.
All’arrivo dei soccorsi, ci danno un altro motorino in modo da continuare il nostro viaggio verso Sidari e nessuno si accorge dei danni alquanto evidenti al motorino precedente. POKER FACE.
Tip: Non abbiamo avuto modo di fermarci e visitare Sidari, ma da fuori mi ha colpito il suo stile. Se avete modo, fermatevi a mangiare li. E’ una piccola città di pescatori che si trova vicino a numerose spiagge bellissime mozzafiato e negli ultimi anni si è sviluppata molto dal punto di vista turistico.
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Una volta parcheggiato il nuovo bolide, ci incamminiamo verso Canal d’Amour. Nonostante non abbia soddisfatto le mie aspettative, non posso dire che si tratti di una meta trascurabile (è pur sempre una delle mete greche più amate). Ciò che la rende speciale è la sua forma, scolpita dall’azione corrosiva del vento e del mare. Infatti, è possibile camminare su un percorso sotterraneo e, per gli amanti delle immersioni, addentrarsi in grotte e tunnel.
Curiosità: Questa area è una delle principali attrazioni dell’isola e secondo la tradizione le coppie che attraversano nuotando lo stretto, si sposeranno presto. Donne, adesso sapete dove portare il vostro uomo!
Dopo un pranzetto al sacco con questa vista mozzafiato, convinco le ragazze a tornare a Paleokastritsa per trovare la famosa grotta (lo so, sono testarda.) Dopo aver lasciato Canal d’amour da neanche 5 minuti, io e Mary decidiamo di schiantarci in motorino ad una curva. Non ve lo aspettavate vero? Nemmeno noi. E se le persone normali, prese dallo shock, si domandano se stanno bene, io con le ginocchia sanguinanti, piangevo per un ulteriore motorino mezzo distrutto.
NON GUIDERO MAI PIU UN MOTORINO.
Il viaggio da Sidari a Paleokastritsa non dovrebbe durare più di 15 minuti, ma la segnaletica pressoché assente ci fa allungare per i boschi e i monti. In fin dei conti non ci possiamo neanche lamentare perché sbagliando, ci siamo ritrovati in un posto con un panorama meraviglioso, forse uno dei più alti in quella parte dell’isola.
La Grotta Beach di Paleokastritsa non è ben visibile dalla strada principale, motivo per cui siamo passati almeno 10 volte la mattina precedente senza accorgercene, ma è sicuramente il posto che mi ha rubato il cuore su quell’isola. Alte scogliere, rocce, vasta vegetazione e acqua cristallina rendono questo posto unico. Credo che si sia trattato dell’unico posto dove mi sono fatta il bagno anche a costo di morire congelata per quanto ero affascinata dalla sua bellezza.
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Ma la gioia è finita nel momento in cui abbiamo realizzato di dover riportare i motorini al noleggio e prepararci psicologicamente al pagamento di una multa o di un supplemento per averne quasi distrutti due. Fortunatamente nessuno si è accorto di nulla e il tempo di riprendere i nostri documenti, che eravamo già scappati lontano per goderci le nostre ultime ore tra le buie stradine di Ipsos.
Credo che Corfu sia un’isola meravigliosa che andrebbe esplorata con maggiore calma e nonostante fossi rimasta sorpresa della freddezza dell’acqua, si potrebbe trattare solo di un’eccezione e non della regola. In ogni caso è un posto dove tornerò, anche perché ho ancora delle attività e posticini lasciati in sospeso, come l’escursione sulla montagna più alta di Pantokrator, l’avventura lungo i boschi per raggiungere la spiaggia di Porto Timoni e il volo in parapendio sopra la spiaggia di Halikounas.
Cosi finisce il nostro viaggio, tra peripezie e gioie, tra sfighe e fortune, tra il desiderio di tornare a casa e quello di rimanere in quel angolo di paradiso per sempre. Non abbiamo ancora capito chi sia la pecora nera del gruppo oppure se sia stato l?intero gregge ad aver concentrato tutte le forze contro di noi, ma una cosa è certa. Se fosse andato tutto bene, di certo non avremmo avuto una storia fuori dal comune da raccontare.
Xoxo, Olena
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